Le grotte e i cunicoli del Centro Storico di Velletri: esplorazione di un tesoro nascosto con il geografo Valentino D’Aniello

Le grotte e i cunicoli del Centro Storico di Velletri: esplorazione di un tesoro nascosto con il geografo Valentino D'Aniello

Il Centro Storico di Velletri, cittadina dei Castelli Romani a sud di Roma, così come le sue campagne, nascondono un tesoro nascosto fatto di grotte, cunicoli e percorsi sotterranei, spesso appartenenti a cittadini privati e attività commerciali, che li custodiscono. Alcune di queste sono state rese pubblicamente accessibili ed esplorabili grazie alla guida professionale del geografo veliterno Valentino D’Aniello. Il 3 ottobre, ho partecipato a una di queste visite gratuite. Buona lettura!

Il progetto chiamato “Velletri Active” è realizzato dall’associazione Voci della Tradizione, con l’Amministrazione comunale e il contributo della Regione Lazio e dell’Arsial, ed è nato per valorizzare il patrimonio del territorio veliterno e per permettere a cittadini e a turisti di conoscere questi tesori, patrimonio culturale e storico della mia città, Velletri.

Dopo le prime di settembre, nel pomeriggio di venerdì 3 ottobre, sono riprese le visite gratuite, su turni, di tre tra le grotte e sotterranei privati nel Centro Storico di Velletri, guidate dal geografo Valentino D’Aniello, specializzato in valorizzazione del territorio.

Nel primo turno di venerdì 3 ottobre, partendo da piazza Martiri di Pratolungo, Valentino D’Aniello ha guidato il gruppo di residenti e alcuni turisti provenienti dalla Finlandia in una passeggiata di circa 800 metri per visitare le tre grotte di tufo, in centro.

La prima presso la ferramenta Taddei; la seconda presso la torrefazione Vidili, fungenti da “hub” tra percorsi sotterranei; la terza, la più grande e ricca di cunicoli ed elementi molto particolari, tra cui stalattiti, presso l’osteria il Sotterraneo, vicino piazza Mazzini.

Di seguito gli ingressi delle gallerie del Centro Storico di Velletri mappati dal geografo D’Aniello, tramite le sue ricerche e i sopralluoghi. Ringrazio Valentino per avermi concesso l’utilizzo delle mappe.

Durante il percorso, il geografo ha indicato anche altri punti di interesse tra i palazzi che custodiscono queste cavità, purtroppo dimenticate o chiuse.

Molto interessante il riferimento storico a uno dei capitoli più tristi della nostra città durante la seconda Guerra Mondiale, quando il 22 gennaio 1944 Palazzo Boffi, in piazza Cairoli, è crollato a causa di un bombardamento, con la conseguente morte di trecento persone. È uno degli eventi raccontati da Padre Italo Laracca, sacerdote somasco e per decenni parroco di San Martino, nel libro “Tra le rovine di Velletri”. Sotto il palazzo, c’era un rifugio a due livelli, considerato all’epoca, uno dei più sicuri.

Nel Centro Storico, le grotte sono di tufo, leucititi e pozzolana, il materiale vulcanico tipico della nostra zona con il Monte Artemisio, che si trova in una delle bocche del vulcano quiescente dei Colli Albani, nella cinta calderica detta “Tuscolana”, corrispondente alla prima fase di formazione del vulcano.

Nel tempo, queste grotte sono state usate per ricavare materiale da costruzione; conservare il vino e i cibi, alcune con i nevai, dove veniva messo il ghiaccio per la creazione di frigoriferi naturali; come rifugi in tempo di guerra.

Numerose sono le grotte presenti anche nelle campagne, usate con funzione di drenaggio, conservazione e rifugio. Alcune grotte risalgono all’età pre-romana, altre all’epoca medievale e sono state modificate ancora nei secoli, conservando stratificazioni di materiali e i segni delle picconate per lo scavo.

Grazie a questi incontri non solo c’è l’occasione di conoscere il patrimonio sotterraneo della città di Velletri, ma anche di conoscere meglio le attività commerciali del Centro e i privati, con le storie spesso personali, di cui sono testimoni e custodi.

Le prossime visite guidate sono programmate per il 24 e 31 ottobre, ma sicuramente ve ne saranno altre periodicamente. Per info e prenotazioni (obbligatorie): cell. 340.7904985 (Valentino).

Serena Squanquerillo

L’articolo è stato pubblicato anche sul giornale l’Artemisio di Velletri

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